Gli spazi di lavoro non saranno più gli stessi dopo la pandemia, e le aziende dovranno mettere in atto tutta una serie di nuove strategie per motivare, fidelizzare e naturalmente gestire i propri dipendenti e collaboratori, anche a distanza. Il presente e il prossimo futuro degli ambiti lavorativi, intesi come spazi fisici, è stato fotografato da un report della School of Management del Politecnico di Milano all’interno dell’Osservatorio Smart Working.
Nuovi modelli di spazi di lavoro
L’esperienza forzata del lavoro lontano dall’ufficio e la volontà di favorire il rientro, anche se parziale, delle persone nelle sedi ha accresciuto nelle organizzazioni la consapevolezza di dover realizzare azioni sugli spazi di lavoro per creare ambienti che motivino e diano un senso al lavoro in ufficio, supportando in modo efficace le attività che più si prestano a essere svolte in questo contesto. Il 52% delle grandi imprese, il 30 % delle PMI e il 25% della PA ha già effettuato degli interventi di modifica degli ambienti o lo sta facendo in questi mesi. In prospettiva futura queste iniziative sono previste o in fase di valutazione nel 26% delle grandi imprese, nel 21% delle PA e nel 14% delle PMI. Il ripensamento degli spazi che sappia tener conto del diverso modo di lavorare delle persone rispetto al pre-pandemia è fondamentale per favorire il rientro in ufficio che, nel 68% delle grandi imprese e nel 45% delle PA, ha incontrato resistenze da parte delle persone. Si prevedono nuovi modelli di workplace con “spazi identitari” e finalizzati a favorire la collaborazione e l’interazione con colleghi e stakeholder prima ancora che il lavoro individuale, oltre che da una maggiore diffusione e capillarità di sedi sul territorio anche con l’utilizzo di ambienti terzi come business center e spazi di coworking.
Gli effetti su engagement e benessere
In base alla modalità di lavoro adottata, è possibile identificare tre profili di lavoratori: on-site worker, che lavorano stabilmente presso la sede di lavoro, lavoratori remote non smart, che hanno la possibilità di lavorare da remoto ma non altre forme di flessibilità, e smart worker, che hanno flessibilità sia di luogo sia oraria e lavorano secondo una logica orientata agli obiettivi. Analizzando il benessere dei lavoratori sia dal punto di vista psicologico che relazionale, gli smart worker hanno migliori risultati sia rispetto agli on-site worker sia ai lavoratori remote non smart. Questi ultimi mostrano livelli di benessere più bassi non solo rispetto agli smart worker, ma su molte dimensioni anche rispetto ai lavoratori on-site che non hanno la possibilità di lavorare da remoto.
Gestire le presenze in ogni situazione
Se il futuro del lavoro sembra essere all’insegna della flessibilità, come possono fare le aziende, e in particolare i reparti Risorse Umane, a gestire presenze e turni del personale? Mettendo a disposizione dei propri collaboratori uno strumento tecnologico, affidabile e user friendly. Come l’app di Sfera Cloud creata da Cotini, che offre ai dipendenti le principali funzioni di Sfera Cloud su una piattaforma a portata di mano. Studiata e sviluppata per i dipendenti che lavorano in mobilità e smartworking, permette di timbrare direttamente dal proprio smartphone e di fare richieste di trasferta o servizio per completare la giornata lavorativa. I dipendenti possono inoltre effettuare richieste di ferie o consultare il proprio monte ore ovunque si trovino, a qualsiasi ora, nonché creare note spese. In sintesi, con una sola app la gestione aziendale e i rapporti con i collaboratori diventano facili e immediati. Senza perdite di tempo, evitando errori e a tutto vantaggio della produttività.